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Il Notaio

Il Notaio è un pubblico ufficiale istituito per ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito, rilasciarne copie, i certificati e gli estratti. I poteri del Notaio, nell'esclusività delle sue funzioni, che salvo eccezioni non tollerano la possibilità che altri ponga in essere gli atti relativi, vengono delimitati con precisione sia dalla Legge Notarile (L. 16 febbraio 1913 n. 89) sia dal Regolamento Notarile (approvato con R.D. del 10 settembre 1914 n. 1326), sia da numerose altre leggi e particolarmente dal Codice Civile. Il Notaio è obbligato a prestare il suo ministero ogni volta che ne è richiesto e può prestarlo in tutto il territorio della regione in cui si trova la propria sede oppure del Distretto della Corte d'Appello in cui si trova la sede se esso comprende più regioni. Sono permesse associazioni di Notai aventi sede in qualsiasi Comune della regione, oppure del Distretto della Corte d'Appello in cui si trova la sede se esso comprende più regioni, per svolgere la propria attività. Ciascun associato può utilizzare lo studio e l'eventuale ufficio secondario di altro associato.

L'origine del notariato risale al tempo in cui, sentitosi il bisogno di porre in iscritto le contrattazioni per averne prova più sicura, vennero incaricate apposite figure affinchè provvedessero ad instrumenta conficiere. Anticamente, tuttavia, la funzione del notarius consisteva unicamente nel raccogliere i discorsi degli oratori, in adempimento di una funzione del tutto privata. Solamente con la caduta dell'Impero Romano e dunque venuta meno la corrispondente organizzazione municipale, si cominciò a ricorrere ai Notai, in qualità di ufficiali dell'antica curia, per la redazione degli atti. I Notai presero così il posto degli antichi funzionari e da semplici scrivani guadagnarono pubblica fede. L'importanza dei Notai crebbe talmente tanto che nel IX secolo ebbero di fatto il monopolio della redazione degli atti pubblici e privati, conservando essi soli tradizioni giuridiche e formule che si trasmettevano, insieme con l'ufficio, di generazione in generazione. Nell'epoca longobarda il notariato fu professione libera, ma nelle successive assunse carattere pubblico. Accanto ai Notai imperiali se ne ebbero altri nominati dal Papa, dai protonotari apostolici e dai Vescovi. Essi erano riuniti in corporazioni della cui esistenza abbiamo notizia a Ravenna, a Roma e a Napoli. Verso l'anno 1000 poi, il notariato divenne funzione pubblica e l'atto scritto dal Notaio, come ufficiale pubblico, guadagnò forza di prova, indipendentemente dalle formalità adempiute dalle parti. La rinascita dello studio del Diritto Romano ad opera dei dottori bolognesi portò i suoi benefici anche al notariato che trasse giovamento dall'opera dei glossatori che dettarono i modelli degli atti secondo il nuovo stile. Tanto i Notai erano cresciuti nella stima pubblica, che spesso le parti si accontentavano, invece della stesura dell'atto, di una breve nota inserita nel registro del Notaio stesso. Così si era formato l'Istituto nelle sue linee essenziali: di lì in poi, tutti gli Stati, comprendendone l'alta funzione, ne fecero oggetto di attiva vigilanza.